Ancora sugli hotel

Devo prima di tutto dire che non è vero che stando nell’hotel più lontano si è l’uomo Disney più lontano dal parco. Non è vero, è una stupidaggine: ci sono quelli del golf e del campeggio che sono ancora più lontani.

Poi c’è una cosa sto dicendo a tutti da giorni, e che quindi devo ripetere anche qui. In pratica negli hotel si vendono i preservativi, insieme ad altre cose da viaggio tipo lo spazzolino da denti, gli assorbenti o lo shampoo. Però i preservativi mi sembrano illogici, perché se nascono meno bambini, meno persone andranno al parco.

Per il resto confermo che si è più spesso da soli e quindi più responsabilizzati: ho aperto e chiuso negozi da solo, cose impensabili prima perché semplicemente non previste dal punto di vista burocratico. Se prima mettevo 7 firme, ora probabilmente sono 27.

La vita qui è tranquilla, allora a volte mi metto a leggere tutti i libri sulle procedure della cassa, del negozio, della gestione delle chiavi (o a scrivere questo paragrafo su uno scontrino). Vado anche ad esplorare cartelle, fogli, file nel computer, e scopro molte cose che prima non sapevo. Una specie di dietro le quinte del dietro le quinte. Forse ora so il 40% del funzionamento di questo negozio, e quindi a livello teorico di tutti. Prima probabilmente sapevo il 10%, ma non sapevo neanche quantificare quanto fosse.

Mi stupisce poi come alcuni di loro facciano alcuni errori. Nel senso, tutti ne fanno, ma ad esempio ogni tanto qualcuno si porta dietro una chiave in un altro negozio, o addirittura il cellulare del negozio a casa. Non hanno una specie di controllo ricorrente delle cose in tasca? Sarà che io frequento spesso i mezzi di trasporto pubblico romani, però almeno due volte al minuto controllo quello che ho in tasca, e comunque ho una specie di check-list mentale delle cose che devo avere in quel momento. Sarà forse l’ansia dei primi giorni, però d’altro canto loro che stanno lì da mesi o da anni dovrebbero andare a occhi chiusi, e aver anche smesso di controllare sempre cos’hanno in tasca, a meno che non vivano in qualche banlieu parigina.

Poi quando viene fuori che manca una chiave o un cellulare chiedono anche a me se io possa averlo preso, quasi come se il nuovo e inesperto possa essersi distratto. Io vorrei dirgli: amico, non parlerò bene francese ma di certo sono più ossessivamente organizzato di voi su queste cose procedurali. Poi secondo me gli errori si fanno e li fanno quando vogliono fare le cose per forza veloci, veloci anche quando non c’è qualcuno ad aspettare (che poi comunque la gente viene lì apposta per fare le file). Gli errori non si fanno rimanendo concentrati e andando piano, e soprattutto incasellando il più possibile le procedure in movimenti del corpo schematici sempre uguali.

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