bookmark_border“sent from a mobile device – please forgive typos”

Mi è arrivata la frase di sopra come firma automatica in un’email. Direi che è abbastanza emblematica. Che tecnologia è quella che non ci fa neanche scrivere bene? Dovrebbe essere la base di tutto, invece si sacrifica per questi dannati touch screen che no, mi rifiuto di pensare che siano il futuro. Sono solo un presente di passaggio. Anche perché nella migliore delle ipotesi si riesce a scrivere al 60% della velocità di una tastiera normale (qwerty s’intende. Provate a scrivere “qwerty” con un touch-screen), con tutti i rapporti tattili inconsci che si creano tra i tasti.

Da notare anche come sia un tipico caso di tecnologia che influenza i contenuti, e i comportamenti. Ne ho anche io uno da poco: viene proprio meno da scrivere, ed è un peccato con tutta quella potenza di base. A dire il vero, viene anche poco da leggere, perché sai che certi link non li aprirai mai (es. da Twitter). La prova della malafede, in senso figurato, sta proprio nell’idea delle applicazioni, versioni ultrasemplificate e iperpassive di siti altrimenti utili e interessanti. Questionone questa in cui bisogna tenere bene a mente la differenza tra Internet e Web. Aggiungo poi che la tecnologia delle batterie non è andata di pari passo con quella dei telefoni, e questo pure è un problema, almeno oggi.

La butto lì: ci ricorderemo dei touch screen (almeno per le tastiere) come di una specie di ubriacatura passeggera data dall’euforia iniziale.

bookmark_borderMeglio Sol che male accompagnati

Qualche foto degli indignados. Mi colpisce molto l’organizzazione, che mi fa compiacere della mia vecchia tesi per cui gli spagnoli sono molto anglosassoni che mediterranei. Per il resto, la protesta è forse troppo frammentata in mille rivoli, con in più una spruzzata di “mondo che vorrei” e di senso di colpa catto-iberico verso quelli che l’hanno “fatta davvero” (Tunisia e dintorni).

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bookmark_borderI parchi tematici nell’era di Internet

Una lettura che mi sta prendendo molto in questi giorni è la pagina Facebook di Rainbow MagicLand. C’è dentro un po’ di tutto: critiche feroci, difese a oltranza di campanile e qualche commento più equilibrato qua e là. Per il momento la frase del secolo, che ci dice anche qualcosa in più sulla situazione da queste parti geografiche, è:

non so quanto convenga lavorare al parco..sai i livelli di stress che hanno i cast member che devono essere sempre gentili con tutti?

Per il resto, per seguire con meno rumore di fondo quello che succede attorno al parco ci sono i forum di Parksmania (siamo a 11 pagine solo sull’inciviltà degli ospiti) e di TheParks.

bookmark_borderDubbi della settimana

1) Referendum: come applicare la regola di non votare per chi mette manifesti abusivi, situazione a Roma un tantinello fuori controllo, ai referendum? Di base solo il “sì” fa propaganda, e quindi uno in teoria dovrebbe votare “no”, che però non la fa solo perché interessato al non raggiungimento del quorum. In ogni caso, il “sì” in questo caso è un concetto astratto, sono i partiti che ci hanno messo i manifesti sopra, e quindi votando “sì” non si favoriscono direttamente i mascalzoni. D’altra parte, bisogna capire se anche il comitato promotore abbia messo manifesti abusivi, e su tutto aleggia anche una certa perplessità personale verso l’istituto del referendum in sé. Insomma, questione intricata.

2) Rainbow MagicLand: hanno fatto l’inaugurazione all’italiana. Piano piano si sistemerà tutto, ovviamente, secondo il meccanismo dello “sbagliando s’impara”, cioè l’anti-programmazione che spesso si mischia all’altro principio che fa girare l’Italia, l’accoppiata “arroganza&ignoranza”. Niente di nuovo sotto al sole in realtà, ma il punto in questo caso è che fino all’ultimo non è stato detto che il parco non sarebbe stato tutto aperto, e questo francamente è imperdonabile. Insomma, quando sarà, andare o non andare?