bookmark_borderRegolare il cazzeggio

Non riuscendoci al 100%, ma almeno avendo un criterio, sto cercando di regolare e gestire tutte quelle minutaglie internettiane che consistono nell’andare 100 volte al giorno su Facebook, o sui siti di informazione, o sugli altri “siti tic” che uno ha.

Il tutto avviene in uno o più momento della giornata, partendo da un foglio elettronico online: c’è una colonna con i nomi, una con i link, una con la data dell’ultima consultazione. Ogni sito ha poi un intervallo temporale, e una volta consultato va in coda, con maggiore o minore urgenza a seconda del proprio intervallo temporale.

Questo potrebbe teoricamente valere anche per le email, ma ormai le aspettative che si hanno sono maggiori di una sola consultazione quotidiana, e potrebbe sempre esserci qualcosa di veramente urgente.

bookmark_borderBandiere al contrario

In un recente viaggio negli Stati Uniti ho notato una notevole quantità di bandiere al contrario, e qualcosa del genere mi era anche sembrato di aver visto da prima, ad esempio sulle tute degli astronauti o nelle divise militari. Perché? La risposta l’ho trovata qui, ed è nell’idea stessa che si ha della rappresentazione della bandiera, che cioè deve essere un bandiera reale, sventolante nella direzione di marcia.

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bookmark_borderFor the organizators

Dopo #salvaiciclisti ho capito che tutto è possibile quando si parla dei numeri delle manifestazioni, e che si riesce a perpetuare l’imbroglio “per dieci” (o “per venti”) anche in caso di numeri piccoli. 50.000 persone in bici, ipotizzando anche un blocco fitto fitto di 100 bici a coprire tutta la larghezza della strada (e non c’era un blocco fitto fitto) significa arrivare a un chilometro di lunghezza, qualcosa in più dei 50 metri scarsi e non fitti che c’erano.

Comunque, ora sono a New York e mi sono imbattuto in una maniestazione di Occupy. A un certo punto del percorso, c’era un tizio aggrappato a un palo che contava la gente che passava. Credo rientri in quella mania anglosassone di organizzare file e procedure, ma era consolante vedere applicato un metodo semi-scientifico in quello che è da sempre il terreno dei “grande imbroglio”.

Altra cosa da rilevare è che la manifestazione non aveva niente di ostile. La gente andava sul marciapiede, e passava rasente ai poliziotti che non avevano nessuna protezione aggiuntiva. Non c’era poi la corsa alla scritta sul muro, avrò visto al massimo 3-4 fogli attaccati su alcune vetrine.

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