bookmark_borderCose impagabili

Il sorriso dei bambini eccetera eccetera. E anche altre:

– Dare indicazioni, ed essere ascoltato con grande attenzione

– Essere parte attiva nella potenziale migliore giornata della vita di molti

– Avere a che fare solo con persone gentili, che siano ospiti o colleghi

– Poter essere gentile al massimo, innescando un circolo virtuoso di gentilezza senza che sia considerato troppo

– Essere pienamente nel meccanismo di un’organizzazione mastodontica e allo stesso tempo minuziosa

– Spiegare ai giapponesi in anglo-gestese come funziona lo sconto dopo un tot di spesa

– Andare in pausa dicendo “torno a [punto esatto di Disney Dreams!]”

– Stare in una stanza per la pausa con Disney Dreams! che si sente, e anche solo immaginarlo

– Avere patatine fritte in gran quantità gratis con qualsiasi piatto*

– Sapere di iniziare a un’ora, e finire a un’ora, e poterci costruire una vita attorno

– Parlare almeno quattro lingue ogni giorno

– Poter andare nel backstage

– Vedere al massimo una decina di auto ogni giorno

* Per la vostra salute, mangiate almeno cinque frutti e legumi al giorno (uno dei messaggi che compare obbligatoriamente sulle pubblicità alimentari in Francia)

bookmark_borderCome sta il parco

Bene, anche se per altre cose da fare finora l’ho girato molto poco. Certo, andandoci più e più volte ti cade l’occhio maggiormente sulla mattonella staccata, o sulla luce che non funziona. Sarebbe bello anzi fare una ricognizione a tappeto di tutte queste cose una volta per tutte, più per gusto statistico sul decadimento temporale che per poi effettivamente ripararle.

C’è poi sempre la parte ovest di Frontierland da tempo un po’ abbandonata, e anche la ristrutturazione fino a fine aprile di Indiana Jones ha reso meno interessante quella zona. Curiosamente, a molti Indiana Jones piace, addirittura non ricordo chi diceva che fosse la sua attrazione preferita.

A Discoveryland così come a Fantasyland tutto a posto. Credo di poter confermare che ora riescano a non chiudere prima il solo Peter Pan a causa di Disney Dreams!, ma tutta l’area sì. Questo è il principale sbilanciamento del parco, ma si saranno fatti i loro conti tra il dover chiudere anticipatamente ristoranti e negozi di quelle parti e tenere più gente concentrata fino alla chiusura.

Certo, c’è da dire che tutto il parco, organizzativamente parlando, è influenzato da questo spettacolo, e quindi inevitabilmente anche l’economia fuori dal parco lo è. Mi piace pensare che a partire del centro commerciale della cittadina accanto al parco e via via fino ai ristoranti di Parigi (quella città più grande a ovest del parco), sono in forme via via inferiori influenzati dal fatto che più gente rimane fino alla chiusura del parco.

bookmark_borderLa vita qui

A volte si è stanchissimi, lo avverti sopratutto quando si torna a casa. Ma proprio stanchi stanchi, da non poter fare più niente se non dormire. Bisogna però anche sapersi gestire e non passare davvero tutto il tempo a dormire, altrimenti si creano ulteriori disequilibri. Per me è da un lato facile perché devo fare anche altre cose, come scrivere sul blog, e quindi non mi lascio totalmente andare. Così come per il mangiare, anche lì si rischia di abbandonarsi ai peggiori istinti di patatine fritte, o addirittura di mangiare carne, cosa peraltro quasi difficile da evitare. Riesco abbastanza a trattenermi, ma fallisco miseramente sugli zuccheri.

Il fatto è che all’improvviso si viene proiettati in una vita completamente nuova, con ritmi e muscoli completamente diversi che si muovono rispetto al solito, e nuovi piccoli stress che serpeggiano e poi si pagano. Si apprezzano molto i giorni liberi, che sono tecnicamente vitali per recuperare la forma, in un senso molto più strettamente fisico di quanto si creda.

Partendo da questo, pensavo che in realtà una vita vera inizierebbe dalla terza settimana, seppure con la forte anomalia iniziale, da risolvere al più presto, di vivere a due metri da un’altra persona sconosciuta.

Basta poi che qualcuno dica che andrà al cinema la sera, una cosa da vita vera, e ti rendi conto di quanto la tua sia molto distante da esserlo. Vai al centro commerciale e sai che ci farai la spesa due o tre volte, vedi dei contratti telefonici e sai che non li farai, sai di dover fare alcune cose quella volta e poi mai più per quel giro, e così via per tante piccole cose, specie dopo che hai scollinato la prima settimana e devi davvero pianificare bene gli ultimi giri e le cose burocratiche della partenza. (Poi non vai neanche al cinema nello specifico, ma questo sempre per quelle altre cose da fare, che in effetti se non le dovessi fare a volte penso che già sarebbe molto diverso, oltre a non capire che non le deve fare come possa lamentarsi della sanchezza)

Si è anche molto soli, perché con nessuno riesci a stringere particolari rapporti visto che tra turni, pause e negozi diversi finisci davvero per non incontrarti mai, e figuriamoci poi per far coincidere questi orari con cose da fare all’esterno. Figuriamoci poi addirittura, tu meteora, frequentare una ragazza che sta qui da tempo. Insomma, va preso per quello che è. Annusi un po’ la situazione, hai un’idea di come potrebbe essere, ma poi bisogna rimanere con l’idea di non disfare del tutto la valigia.

bookmark_borderLa gente qui

Mi permetto piccoli slanci linguistici in più nel rapporto con gli ospiti del parco, un po’ perché ci pressano super-cordialmente con il discorso della qualità (ricchi premi), un po’ perché è ora di farlo. Inoltre, stando proprio all’ingresso del parco la gente chiede molte cose e l’interazione è inevitabilmente maggiore.

Anche con i bambini, con i quali avevo sempre paura di creare un impasse linguistico in cui loro non capiscono me e in non capisco loro, va meglio. In realtà capiscono, e se non capiscono capiscono i loro genitori che quasi quasi li rimproverano per non aver detto “bonjour” al “monsieur” o il loro nome.

Tutti sono poi sempre molto gentili. Sarà per l’assenza di auto, o per gli arredi urbani a regola d’arte (a volte immagino gli ospiti norvegesi non stupirsi troppo di come è tutto ordinato e pulito). Tecnicamente, non c’è mai stato un momento di non gentilezza, quasi quasi neanche di semplice neutralità, tra noi che proviamo a esserlo, e loro che un po’ di riflesso, un po’ perché lo sono di loro e lo diventano stando lì, grazie anche ad altri riflessi di altre situazioni che vivono qui.

La piccola cosa che mi stupisce è che dopo lo spettacolo Disney Dreams! non c’è gente che impazzisce, magari urlando o piangendo. O meglio, di fronte al Castello lo fanno, ma poi – certo, con qualcosa che gli è rimasto dentro eccetera eccetera – nella strada di ritorno verso l’uscita hanno già aggiunto un contegno ordinario.

bookmark_borderTutto nuovo

Oltre al parco, che è un buon esempio di come poter costruire da zero e ripartire dal nulla, non bisogna trascurare tutto quello che c’è intorno, e che prima non c’era.

Secondo me non è ben chiaro neanche a loro qual è la suddivisione amministrativa tra “città nuove”, “nuove aree urbane”, i comuni originari e l’interregno disneylandiano. Magari in Cina sì, ma faccio fatica a pensare a un’altro posto in Europa che sia cresciuto tutto insieme e così in fretta. In realtà non con tanta fretta, ma seguendo una certa linea di sviluppo che è ancora in corso, come ci ci ricordano cartelli perenni di zone cantieri numero x (attenzione, non “cartelli di cantieri perenni”).

Non ci se ne rende bene conto guardando le foto dall’alto, troppo lontane dalla vita quotidiana, né con i dati nudi e crudi sulla crescita demografica, e neanche all’interno di queste aree urbane, perché ci si è troppo dentro. Un po’, ci si pensa quando si cammina tendenzialmente nel nulla da una cittadina all’altra (per chi lo fa), con branchi di coniglietti che si aprono al tuo passaggio in percorsi semi-urbani che da un anno all’altro aggiungono una pista ciclabile, o un cantiere, o sistemano un terreno un po’ incolto.

Penso sia comunque fondamentalmente un mondo di seconde case e di gente che ruota attorno ai commerci della zona, parco compreso. Cosa pensa chi vive qui? Si sentono pionieri di un mondo nuovo con la responsabilità di preservarlo così com’è? Io nel mio stra-piccolo avverto un po’ questa responsabilità e vedo tutto come un’opportunità, ma certo gli arredi urbani esistenti aiutano molto a farlo e saresti abbastanza fuori dalla massa critica dei civili se andassi in giro gettando rifiuti, parcheggiando sul marciapiede o scrivendo sui muri.

bookmark_borderStorie

Una mia collega è una ragazza che aveva cominciato con me, e poi è rimasta e si è fatta una vita qui. Quasi quasi le dicevo io le cose all’epoca, e ora è un po’ più capo lei. Per il resto sto in un posto notevole dove sono tutti gentili, come sempre accade del resto. Ci sono più ragazze, quindi se ho bisogno di qualcosa arriva una fatina che mi aiuta. Inoltre è molto all’ingresso del parco, quindi posso fare la cosa che mi riesce meglio, cioè dare indicazioni e suggerimenti.

Come nome da attaccare sulla camicia, provvisoriamente, ho il nome di un mio amico il cui cognome avevo scelto quando dovevo decidere uno pseudonimo per non so che questioni burocratiche in uno stage. Credo quindi che non lo cambierò. Per cambiarlo c’è un apposito modulo di richiesta, solo che se uno va a chiederlo senza modulo credo che “eccezionalmente” lo facciano lo stesso, sempre, ogni volta “eccezionalmente”.

Ho un coinquilino greco, ingegnere, un po’ più grande di me, diciamo anche un po’ più signore che ragazzo. Mi ha chiesto lui di andare in stanza insieme durante le trafile burocratiche iniziali. Credo perché gli sembrassi “tranquillo”, o forse perché sembravo un po’ come lui rispetto alla maggioranza di sbarbatelli che ci sono qui.

bookmark_borderBonjour tristesse

Se c’è una cosa antipatica è viaggiare di venerdì 14 febbraio. È pieno di tutta una serie di Mr. e Ms. Originalità che hanno deciso di passare San Valentino a Parigi, e di uomini con i capelli più rifatti delle loro compagne che fanno promesse a donne, e si iniziano a dare la mano già dal gate. Che poi già promettere di fare qualcosa è una bugia in partenza, perché se uno una cosa la vuole fare la fa e basta, se la deve promettere vuol dire che un minimo, anche solo un pochino, gli pesa e alla lunga non la farà più.

C’erano anche molte ragazze sole in giro di venerdì, che ad esempio viaggiano. Ma a parte il principio per cui non si deve mai, mai, mai parlare con una ragazza sconosciuta per strada, a meno di essere interpellati (qualche fenomeno, ha come dire, vagamente rovinato la piazza), c’è da scommettere che anche loro stanno per orientare i loro spostamenti per raggiungere qualche energumeno con la giacca con il collo di pelliccia.

Alla fine, dopo altra gente ancora che portava fiori, nonostante tutto riesco ad arrivare a Disneyland e passare tutte le procedure tipiche del primo giorno. Ritorno nelle residenze più brutte, perché le altre sono in ristrutturazione. C’è però qualche vantaggio in termini di maggiore vicinanza all’ennesimo centro commerciale più grande d’Europa (forse lo è veramente), mentre il principale fornitore nella cittadina delle altre residenze era un negozio che faceva prezzi da monopolista.