bookmark_borderPaese che vai

Interessante notare come il luogo fisico in cui ci si trova può far nascere nuove idee e ispirazioni, a cominciare dal fatto che la maggior parte – non so voi – vengono camminando.

Ad esempio, ho lasciato un po’ in sospeso i post su Disneyland, ma un po’ non c’è stata una vera e propria fine (anche se volevo raccontare di quella volta che ho lavorato in un altro negozio, che tralaltro un po’ c’entra), un po’ è stato appunto il ritorno a casa. Mi ricordo che una volta stavo scrivendo al computer nel porto di Genova, con una connessione fragilissima, e mi è venuta in mente questa cosa.

Vale anche nel micro comunque, e anche cambiare lato del tavolo può essere d’aiuto.

bookmark_borderSalsa a Montévrain

Si poteva ballare vicinissimo al parco, ma come spesso accade l’ho scoperto solo negli ultimi giorni. Comunque, la prima cosa interessante è che se sei già nel parco per andarci conviene passare da dentro il parco, e uscire dall’uscita un po’ più merci che dà appunto verso Montévrain, eventualmente prendendo l’autobus interno Baloo Express. Curiosamente però questo  posto non è ancora su Google Maps Streetview, e a questo punto credo che non ci sarà mai perché dubito facciano di nuovo il giro. Comunque, credo che voglia dire che qui è tutto di recente espansione.

Il posto era qualcosa a metà tra un locale e una serata tra amici. Era un locale in effetti, ma aveva un tavolo dove potevi prendere liberamente da bere (non alcolici) e c’erano i bicchieri di plastica e i pennarelli per scrivere i nomi. La gente era simpatica, e le ragazze accettavano di ballare con un tasso di rifiuto da Nordeuropa, essendo appunto nel Nordeuropa, quindi prossimo allo zero. La mia battuta d’apertura era chiedere se lavorassero a Disneyland, ma 2 persone su 2 mi hanno detto di no, poi in effetti non ho più chiesto. Quindi, c’è un’altra economia a Montévrain.

Per tornare non conviene più passare per il parco, ma percorrere la circonvallazionona che poi di lì a poco avrei fatto correndo. Qui si passa anche davanti alla fabbrica della Bic (credo: una delle tante), dopo che avevo accusato una collega per mezzo pomeriggio di avermi rubato la penna, perché le Bic si trovano solo in Italia. Su quella strada, incontro anche due persone che nella notte camminavano.

Era strano perché qui in generale non si incontra quasi mai nessuno per strada, e tutti si stupivano molto quando gli dicevo che andavo al parco a piedi. In realtà è vicino ma nessuno ha capito bene dove siamo, e pensano alla cervellotica strada dell’autobus, che passa per meta dei paesi dell’Île-de-France prima di arrivare alla residenza.

bookmark_borderParate

Non mi ero mai filato più di tanto le parate. Viste con la coda dell’occhio ogni tanto, più che altro erano sempre state l’occasione di approfittare della minor fila per fare le attrazioni. Avevo giusto rivisto un po’ meglio ad Halloween quella diurna, perché la voleva vedere l’amica appassionata di parchi.

Solo che vedendomele passare vicino praticamente tutti i giorni, e qualche volta molto vicino, ho iniziato ad apprezzarle di più. Alcuni dettagli: molti personaggi sono legati, per evitare il rischio che cadano. La musica non esce dai carri, ma arriva dagli altoparlanti sulla strada, a seconda di dove sono i carri (quindi: coordinamento). Nessun personaggio si ripete. Ogni tanto si può sentire una specie di “ponte” musicale più generico, che credo serva a intervallare meglio le sequenze.

Tutto questo implica che ci sono dei punti migliori in cui mettersi. Direi molto a spanne di evitare le curve, ma preferire i tratti lunghi. Forse il punto migliore in assoluto è il panorama alla stazione del treno, ma si perdono eventuali interazioni con i personaggi che camminano fuori dai carri. Di questi, il numero unissimo è il Cappellaio Matto.

Il mio carro preferito è indubbiamente quello di Peter Pan/Mary Poppins, soprattutto per la parte di Mary Poppins. Più che altro, mi piacciono le canzoni, l’idea dei cavalli a dondolo e come si muove il tipo che fa Bert, che cerca di imitare le pose anche facciali di Dick Van Dyke, che peraltro è ancora vivo.

Poi vabbe’, a Natale ci sono due personaggi in più, il carro di Babbo Natale e di un certo improbabile personaggio nuovo, che si chiama Orsetto Duffy (“ciao Roy”).

C’erano anche dei piccoli dibattiti al lavoro, su quali fossero le sequenze preferite. Allora ho pensato che per quelli che stanno lì sempre, e dopo un po’ davvero si stufano, noi temporanei serviamo anche per rilanciare un po’ l’entusiasmo su cose tipo questa, che loro rivivono un po’ come fosse la prima volta.

bookmark_borderDintorni

Sicuramente non sono né il primo né l’ultimo ad averlo fatto, ma tra fango, pioggia, prati e macchine ho fatto quella cosa di fare il giro correndo del parco, nel senso dall’esterno. In pratica questo percorso qui.

Ero partito con l’idea che non sapevo se ce l’avrei fatta, e anzi avevo anche un certo orario limite. Era simpatico che potevo prendere come riferimento alcune attrazioni, che da dietro si vedono molto di più che arrivando dalla strada solita degli alberghi, per capire esattamente dove fossi.

Prima si vedono gli Studios, che però si vedono (troppo) da ovunque, poi ho scollinato ai Pirati, una specie di punto di non ritorno, poi ho visto il Castello, e quando è comparsa la cupola di Space Mountain e i parcheggi era praticamente fatta.

A proposito di dintorni, un grande rammarico è oltre a quello di non essere mai potuto andare in quella città a ovest del parco che si chiama Parigi, di non aver visitato altre cittadine se non quella dove abitavo. A Chessy ad esempio c’è un Castello, unico caso al mondo di castello che perde il 99% della sua fama perché gli costruiscono vicino un altro castello, moderno.

Stesso dicasi, secondo i suggerimenti di un mio amico cultural, per Meaxu, Champs sur Marne, o Vincennes, ma qui siamo praticamente già a Parigi.

bookmark_borderMidnight in (Disneyland) Paris

Capodanno strutturalmente migliore di sempre. In pratica succede questo, come già anticipato da questi video: il Castello incomincia a fare il matto illuminandosi con la musica, mentre Main Street tutta pienissima al momento dei fuochi diventa una discoteca. Negli Studios viene invece montato un palco e c’è un po’ di musica.

I fuochi non li ho girati perché mi sono fatto prendere dall’elemento umano di brindare con i colleghi. Comunque, se ne può vedere qui, o in un video ad alta risoluzione qui, ma sono quelli dell’anno scorso.

Dopo molti corrono di nuovo alle attrazioni, che chiaramente a mezzanotte sono deserte. Il display della fila di Big Thunder Mountain saliva come una slot-machine, ma curiosamente Indiana Jones era a coda zero. Simpatico anche il fatto che la gente urlasse più del solito. Fantasyland invece non riapre, perché è da lì che sparano i fuochi.

Da notare poi che c’è talmente tanta gente tutta concentrata che in parte viene evacuata per i due backstage laterali di Main Street. Forse è una cosa esagerata, comunque avranno i loro motivi. E secondo me c’è qualcuno che viene apposta perché considera quello l’elemento clou della serata. Fattostà che in questo modo moltissime persone vedono il backstage, e questo è male.

Comunque, concettualmente, è interessante il fatto che per una sera il tema salti del tutto, ma è appunto solo per una sera e va bene così. Anche dal punto di vista lavorativo il clima è piuttosto frizzante, se ne va un po’ del consueto aplomb. Oltre ai tizi dell’Emporium, nel video in alto, c’erano anche gli “i” delle informazioni che di fronte al Castello davano abbastanza spettacolo, ma era troppo buio e il video non è venuto. Vedere tutta questa gente allegra, più allegra del solito s’intende, tra guest e non guest, era tecnicamente commovente.