Restare bambini

Il vero motore di Disneyland sono i bambini. Ok, anche dal punto di vista economico, ma credo che ciascuno di noi sia chi più chi meno animato, oltre che a offrire un pezzettino della giornata più bella della loro vita a tutti, proprio dall’idea di farli sorridere e divertire.

Per inciso, a me non me ne frega niente di offrire la giornata più bella della loro vita nel senso di dono all’umanità, per quanto poi possa effettivamente migliorare il mondo nel suo complesso, ma mi interessa l’idea organizzativa che c’è dietro: una volta che si decide di farlo, qual è il modo migliore per farlo?

Oggi è successa una delle cose più divertenti finora qua, mentre continuo a non visitare il parco per niente. C’era un gruppetto di bambini, tanti bambini, che facevano una specie di gita ognuno con un tesserino e una busta dei soldi. Erano carini, all’inizio, avevano il loro budget e chiedevano “che c’esce con 10 euro?” (amico mio, pochino).

Passano cinque bambini, passano dieci bambini, poi però gli stessi iniziavano a rifare la fila e a chiedere il prezzo di qualunque cosa, ovviamente avvicinandosi più del dovuto (era un posto strano in cui in pratica non c’è il bancone e vendi le cose di spalle). C’è stato un momento in cui avrei voluto gridare “bastaaa! Proprio tutti qua dovete venire?”.

Ma subito dopo mi sono detto: ok, siamo qua, viviamo la situazione, in fondo quando ricapita. E poi i bambini dicevano tutti “monsieur“, “monsieur“, era divertente. Arrivano anche i due baby-sitter a cercare di razionalizzare un po’ la situazione (“datemi tutte le buste e prendete qualcosa a caso”, gli ho anche proposto), con altre buste-budget nelle quali mettevo direttamente i resti.

Alla fine, lecca-lecca dopo lecca-lecca, arriva il cambio di turno. Un ultimo scambio di solidarietà reciproca con i baby-sitter e vado via. Beh è stato il cambio che mi è dispiaciuto di più.

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