Stereotipi assortiti

I francesi non vanno in giro con le baguette senza carta, e non è vero che fanno finta di non capire se non si parla perfettamente francese. Anzi, accettano molto il fatto che lì ci lavori gente di varie parti. Fatte le dovute proporzioni, in fondo anche quando andiamo a comprare un gelato non ci aspettiamo che ci ce lo dà ci parli perfettamente italiano. Discorso diverso è capire quello che chiedono, ma per fortuna sono le solite sette cose.

Gli americani sono veri animali da parco. Non ne sbagliano una, consegnano gli scontrini in ordine, fanno tutto secondo le procedure. Per loro d’altronde è quasi sempre la ventesima visita, non avendo loro monumenti. Molti poi sono gentilissimi, e pure se gli presti una penna ti dicono “oh, lovely“.

Gli inglesi sono molti, ma forse li confondo con gli americani. Anche gli olandesi e i tedeschi dovrebbero essere molti, ma li metto genericamente nella casellina “Europa del nord”.

I canadesi è facile perché hanno sempre una foglia d’acero da qualche parte.

Estinti gli zaini Invicta, gli italiani hanno come caratteristica principale quella di avere sempre uno strato di vestiti più degli altri, ma in pieno inverno è un concetto più sfumato.

Gli spagnoli e i sudamericani sono talmente ignoranti con le lingue che oltre a parlarti praticamente sempre in spagnolo senza nessuna premessa, non si scompongono per niente se gli rispondi in spagnolo.

C’è poi un sottobosco indefinito di russi e dintorni, arabi, chador e cose varie. Anche molti giapponesi, che sono molto gentili.

Tutti in realtà sono gentili. Non ho mai capito se è perché sono contenti di stare lì, o se stanno lì perché sono contenti.

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