Viaggio al centro della terra

[singlepic id=119 w=240 h=180 float=left]Dovevo recuperare una zaino in quella città che si sta sviluppando a ovest di Disneyland, che si chiama Parigi, era il giorno libero e con grande rammarico niente parco oggi (quindi non so niente degli sviluppi dell’incidente su Big Thunder Mountain)

Sta crescendo bene, ci sono trasporti, ristoranti, negozi e attrazioni. In pratica un’altra Disneyland, solo un po’ più cara, tenuta decisamente peggio e con le cose meno a portata di mano.

Al riguardo, ho una teoria sulla metropolitana, o almeno sulla lunghezza delle gallerie pedonali: la metropolitana non esiste, nei posti in realtà ci vai a piedi attraverso i tunnel sotterranei, e i treni girano in tondo l’uno sotto l’altro con uno speciale sistema che dà l’illusione del movimento rettilineo.

[singlepic id=127 w=240 h=180 float=right]Prima sono passato al Centre Pompidou, dove non si può non andare. Ma per entrare a vedere le mostre dentro costa 12 euro. 12 euro?!? No grazie, non posseggo una pizzeria al taglio a Roma. E poi in un posto del genere cosa mai ci potrà essere di tanto interessante rispetto a fuori? In realtà cercherò di andarci prima o poi, ma voglio prima capire bene cosa c’è dentro.

C’è da segnalare una interessante mostra fotografica cultural-ammiccante, e lo dice uno che non sopporta la fotografia (e tantomeno le cose cultural-ammiccanti), all’aperto e aperta 24 ore su 24. Sta sul Quai Branly ed è figlia del Museo Quai Branly, che pure ha altre foto e molte altre cose.

[singlepic id=112 w=240 h=180 float=left]In pratica, il posto è molto vicino a quella torre che non mi ricordo come si chiama, la cui quantità di ferro è ampiamente superata dai modellini che provano a venderti ovunque. Ma perché la vendono lì se la possono vedere grande? Vendetela, che so, a Las Vegas. Ah no, anche a Las Vegas c’è grande.

Poi ho provato a togliermi un vecchio sfizio, cioè prendere il battello ma non quello turistico, quello di linea dalla Gare d’Austerlitz. Solo che non funzionava per via dei lavori.

Il giorno libero di principio è una buona cosa per depurarsi un po’ dalle canzoncine nella testa, solo che adesso la parte stressante diventano i momenti liberi, perché ci sono tutta una serie di scadenze da “ultimi giorni”, a cominciare dal fatto che da martedì non potrò mettere piede nel parco (nel dietro le quinte).

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