Datemi le brioches

Premessa. Per motivi abbastanza causali, sono stato un fine settimana in un hotel di stra-lusso a Londra. Forse non il massimo dei massimi, ma uno di quelli che non ricapita, per intenderci. Mi viene da dire che non ricapita, e questa è la prima considerazione, perché anche ad averceli, quei soldi, uno si chiede perché spenderli.

Soldi. Ad esempio, tra una suite e una stanza normale c’è un sovrapprezzo obiettivamente ingiustificato, quando il livello è già alto. Avere il televisore Bang & Olufsen invece che uno normale, o un po’ più di spazio, e cose così, che senso ha? A ragionare a soldi infiniti allora uno può anche dire “vabbe’, mi dia il massimo”, ma per il resto spendere 200 euro in più appare poco sensato.

In realtà, è tutto sproporzionato nei costi. Ti dànno qualcosa in più, è vero, ma non così tanto di più. Questo in generale, non solo in questo hotel. L’idea che mi sono fatto è che si paghi qualcosa in più, di intangibile, che è il lusso in sé. Paghi l’idea di pagare di più, e indirettamente di trovare lì solo gente che ha pagato quella cifra. C’era anche un Club, il cui costo era lo stesso insensato, per una specie di gioco al rialzo interno. Già quel posto è un club, ma per avere ancora di più, hai visto mai. In pratica, potevi stare lì, bere quello che volevi, usare Internet su dei Mac giganti o sgranocchiare patatine. Ma te ne dovevi mangiare tante, per rientrarci. Io comunque avevo anche il Club gratis.

Extra. Questa storia dei soldi si vede anche nella questione degli extra. Tutto costa, a cominciare dal fatto che intanto molte cose si pagano, come per esempio, assurdamente, Internet. E molto. Così come ovviamente il mini-bar, con un sistema automatico di addebito se estrai qualsiasi oggetto. Tutto costa, ma i prezzi si vedono poco, in quel contesto sarebbe come poco elegante. Il fatto è che loro hanno preventivamente la tua carta di credito, e la moneta di scambio è il numero della tua stanza.

Penso di aver battuto il record per essere stato il cliente che nella storia ha chiesto più volte se per caso ci fossero addebiti per lui, anzi forse l’unico ad averlo fatto. E anche l’unico a sentire, al check-out: “there are not charges for you!”. Almeno, dallo stupore con cui me l’hanno detto sembrava così.

La gente. Chi erano gli altri tizi che stavano nell’hotel? Non potevano stare tutti lì gratis, obiettivamente. C’ho elucubrato molto, ma non ne sono venuto a capo. Gente. Ma la cosa sorprendente è che ce ne fosse molta. Questo a prescindere da eventuali considerazioni sulla crisi o cose del genere. Semplicemente, uno prima di partire immagina l’esclusività come qualcosa, appunto, solo per sé. Invece poi c’è tanta gente, ma anche piuttosto ordinaria, che forse applica più che alla lettera quel principio – per me come detto incomprensibile – che in una vacanza si debba spendere un po’ di più.

Riabituarsi. In realtà niente di eclatante. Almeno, stando lì ci si abitua in fretta, e sembra tutto abbastanza ordinario. Ma come quando uno passa dal modem all’adsl e se ne accorge quando poi torna al modem, si apprezzano davvero quei cuscini quando uno ri-dorme nel proprio letto. Stesso discorso, ma lì lo stupore era anche in entrata, per l’infinita e inenarrabile colazione.

Commenti

  1. Chi crede di avere o essere il top dovrebbe volere il top anche per il suo raduno no? Ormai ci si inizia anche ad arrampicare sugli specchi pur di aprire bocca.

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