Cose nuove imparate in francese

O più che altro forse in questo caso dovrebbero essere in inglese, visto che negli hotel c’è tutto un giro anglofono di inglesi, irlandesi, olandesi e tedeschi che fanno la cosa strategica di prendere questi hotel forse meno cari ma collegati comunque al parco da navette.

Sul lavoro, come sempre ogni posto ha il suo sotto-vocabolario differente. Questa volta mi sembra si usino di meno i “tac” e gli “hop” di agilità, anche perché c’è meno da fare cose di agilità visto il poco movimento, e a pensarci bene si è anche quasi sempre da soli, e le cose di agilità si dicono quando la fai a un altro.

Anche en fait e par contre, le cui sfumature e differenze sono sempre abbastanza enigmatiche, mi sembrano un po’ in calo, ma va molto il du cou, immaginando che si scriva così perché non lo trovo in rete in nessuna maniera, neanche simile. Comunque, dovrebbe essere una specie di “quindi”, e qui si usa molto perché nei momenti in cui ci ritrova ci si racconta quello che è successo, più che dire a uno “par contre devi fare così”, anche perché non c’è nessuno a cui dirlo.

Cose più sparse sono che i pannolini o le salviette per i bambini si chiamano lingettes, i preservativi preservatifs (ma nessuno ne ha mai chiesti, né al negozio né altrove), i fogli da colorare con i personaggi disegnati si chiamano coloriage. Di questi ne possiamo regalare quanti ne vogliamo, più che altro per passare il tempo, e il mio motto è che ogni bambino deve avere un coloriage.

Poi ci sono doudou e chouchou, che sicuramente non si scrivono così e credo siano espressioni per dire “caro mio”, visto che uno dei capi mi chiama sempre così.

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