Bonjour tristesse

Se c’è una cosa antipatica è viaggiare di venerdì 14 febbraio. È pieno di tutta una serie di Mr. e Ms. Originalità che hanno deciso di passare San Valentino a Parigi, e di uomini con i capelli più rifatti delle loro compagne che fanno promesse a donne, e si iniziano a dare la mano già dal gate. Che poi già promettere di fare qualcosa è una bugia in partenza, perché se uno una cosa la vuole fare la fa e basta, se la deve promettere vuol dire che un minimo, anche solo un pochino, gli pesa e alla lunga non la farà più.

C’erano anche molte ragazze sole in giro di venerdì, che ad esempio viaggiano. Ma a parte il principio per cui non si deve mai, mai, mai parlare con una ragazza sconosciuta per strada, a meno di essere interpellati (qualche fenomeno, ha come dire, vagamente rovinato la piazza), c’è da scommettere che anche loro stanno per orientare i loro spostamenti per raggiungere qualche energumeno con la giacca con il collo di pelliccia.

Alla fine, dopo altra gente ancora che portava fiori, nonostante tutto riesco ad arrivare a Disneyland e passare tutte le procedure tipiche del primo giorno. Ritorno nelle residenze più brutte, perché le altre sono in ristrutturazione. C’è però qualche vantaggio in termini di maggiore vicinanza all’ennesimo centro commerciale più grande d’Europa (forse lo è veramente), mentre il principale fornitore nella cittadina delle altre residenze era un negozio che faceva prezzi da monopolista.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *