Quelli che rimangono

Mi incuriosiscono quelli che sono rimasti, mentre come si diceva uno ha sempre a che fare con quelli che sono andata via. Effettivamente, essendo dei giorni festivi potevano esserci molti che erano andati via ma poi tornati temporaneamente, ma a un certo punto sono capitato per caso dentro un’università, e lì sicuramente c’erano studenti locali (escludendo la possibilità che ci fosse gente di altri posti ancora andata lì a studiare).

Se fossi stato più allegro, o in un film di Nanni Moretti, gli avrei chiesto perché sono rimasti a Catania. Non l’ho fatto ma me li immagino che magari la sera scorrono Facebook e vedono le foto di Rosario o Margherita a Londra con cocktail stratosferici (che poi sono le cose che si possono fare anche lì, io fotograferei macchine parcheggiate bene e muri puliti).

E per un attimo pensano perché non sono andati via anche loro, ma forse possono ancora farlo, però ormai hanno iniziato qui, e non è detto che dietro a quei cocktail vada tutto bene (vero), e in fondo è complicato, e anche qui non si sta poi tanto male (incredibile la capacità delle persone di abituarsi a tutto). E passa un giorno, passano altri giorni, e altri e altri ancora.

La mia amica definisce quelli che sono rimasi in modo molto lineare: mafiosi. In senso lato, perché hanno per qualche conoscenza la possibilità di avere un lavoro qui. Altrimenti, l’unica strada è andarsene.

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