Love cost

Violando il principio per cui non si viaggia in posti meno vivibili di dove si sta abitualmente (ma per come è messa attualmente Roma, l’orizzonte è il mondo), eccomi a Catania.

Quando si dice che quello che conta non è il punto di arrivo, ma il viaggio in sé, questo è particolarmente vero prendendo uno dei primi voli Ryanair da Fiumicino. Anche se ora se ne stanno abbastanza in un angolino, è un segnale che l’invasione è cominciata, ed è stata un’emozione vera vedere i loro banchi per il check-in e l’aereo parcheggiato (era quasi da fare la foto all’aereo, ma la situazione non faceva comunque superare il più imbarazzante tra tutti i cliché, secondo solo a reggere la Torre di Pisa).

Non bisogna mai identificarsi in un marchio, né lodarlo particolarmente in quanto marchio (sempre persone dietro ci stanno, più o meno miserabili come tutte), ma solo riconoscere in questo caso la rivoluzione culturale di regole e marketing che si trascina dietro. Solo, non mi piace che ora si possa portare anche una piccola borsetta oltre al bagaglio a mano. Significa darla vinta a quelli col sacchettino, il che va anche contro un’idea più generale in cui nel futuro gireremo con vestiti termici aderenti e miniaturizzabili (auto-lacci, wow!) e senza capelli, oltre a far impennare il consumo del carburante.

L’altro risvolto è che potrebbe essere un piccolo segnale verso la chiusura del non-aeroporto di Ciampino, l’unico in cui la parte più stressante del viaggio non è l’aereo ma l’autobus per arrivarci, a favore del più che decente Fiumicino.

L’attenzione si è progressivamente spostata su quelli che erano lì, che presumibilmente stavano tornando a casa. Tanto per cominciare non hanno fatto l’applauso quando è arrivato l’aereo, e neanche dopo la musichetta che annuncia fraudolentamente l’arrivo in anticipo rispetto a un orario di arrivo gonfiato (l’unica cosa davvero fraudolenta di Ryanair). Uno ha sempre avuto necessariamente a che fare con quelli che sono andati via, ma mi interessa notare il mondo di quelli che sono rimasti, che per ora guardo con curiosità e un po’ di tenero rispetto, sia che siano rimasti per pigrizia che per coraggio.

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