Coi suoi orchestrali

A Bologna, dove in qualsiasi viaggio è impossibile non passare, credo ci sia una specifica ordinanza comunale che obblighi le persone sotto i 40 anni a stare in strada dalle 21 alle 3 del mattino e a urlare a intervalli regolari che non superino i 30 minuti. Chi torna a casa a dormire viene multato, le sanzioni sono raddoppiate il venerdì e il sabato, e tutti i giorni dal 15 giugno al 15 settembre. Tornare prima a casa è ammesso, ma solo in gruppi che superano le 4 unità, e con la presenza di almeno il 50% più uno di persone esterne alla casa. Anche in casa si deve urlare.

Mi sfugge, ma con molta umiltà, il senso di Bologna sotterranea, la stazione. 3 piani sottoterra per due binari e recuperare qualche minuto, tempo che viene quasi del tutto perso per andare nella stazione vera, o a prendere un altro treno. Mi voglio comunque sempre fidare e ci saranno delle ragione per fare in questo modo, però in generale – sarà che è tutto non finito – non è esteticamente granché quel passare in cunicoli ora stretti ora larghi, ora attorno a un muro, poi una scala, poi infine una hall, senza un’idea di vero ingresso o di identità architettonica del tutto.

Poi bisogna fare in modo di risolvere il problema dei segnali sulle scale mobili, cosa più generale. Uno la prende in discesa e vede un enorme divieto di accesso in fondo alla scala (per quelli che volessero salirla al contrario), e per un attimo pensa di aver sbagliato, alterando il flusso dei suoi pensieri. Sta andando verso un divieto di accesso, che è una cosa che non si fa, e psicologicamente ti sei giocato un inutile messaggio negativo, quando i segnali al negativo andrebbero messi solo se strettamente necessari, optando maggiormente per quelli positivi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *