Avremo sempre Parigi

Ormai ogni volta che vado a Parigi devo passare per forza per il cantiere di Les Halles. Un po’ perché non c’è niente di più bello di vedere un cantiere che va avanti, un po’ perché rimarca la distanza che c’è tra noi e loro.

Mi ritrovo anche a scrutare le persone che vanno in giro per Parigi, eventualmente con un cappello in testa, e a pensare alle vite che devono fare. Non tanto a quelli arrivati lì di forza, per cercare fortuna partendo da niente, ma a quelli che ci sono andati a vivere con tutti i crismi, cioè con una struttura organizzativa che gli permettesse di sopportare da subito le spese. (pensavo che comprare una casa fosse meno caro vicino alla metro Barbès Rochechouart, perché nessuno vuole vivere in un posto difficile da dire, ma costa tanto anche lì)

E poi, c’è un certo parco. Ci sono andato ovviamente, anche se curiosamente da guest mi ci annoio un po’: molto più divertente lavorarci, o fare delle mini-visite mirate dopo aver finito. 11 ore lì forse sono troppe anche per me.

Tornando ai cantieri, fateci caso: quando uno guarda un cantiere non vede mai un momento decisivo dei lavori, ma sempre un qualcosa di ultra-collaterale. Poi ci sarà anche un momento in cui issano quell’arco, ma quasi sempre si vede gente occuparsi di cose invisibili, o semplicemente camminare portando un foglio, o anche niente. Probabilmente c’è un modo in cui si potrebbe organizzare un cantiere nei minimi dettagli, facendo fare sempre qualcosa a qualcuno, e lavorando un quarto del tempo. Oppure già è così, e semplicemente in certi momenti non si deve fare niente.

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