Barceloneta

Mi piace andare a visitare le spiagge dei posti che le hanno, per fare il confronto con il sistema migliore mondiale di spiaggia, che è Pescara, dove d’estate potrebbero esserci più turisti che a Parigi, Londra e appunto Barcellona messe insieme, ma la gente non vuole, e allora non se ne fa niente.

Barceloneta è l’idea che ha un’inglese di una spiaggia: un posto per prendere il sole, senza un’idea diffusa di ombrelloni da affittare, quasi senza strutture di nessun tipo. E soprattutto senza campi da beach volley, complice anche una sabbia che non è granché, e che si ha l’idea sia stata mangiata un bel po’ per quella mania che hanno loro di fare passeggiate pedonali. Al limite, è carino il fatto che la spiaggia è in un’ideale linea di continuità con il marciapiede, senza muretti.

Non siamo dei labrador, e se alle spalle c’è una città che avanza, possiamo tranquillamente accettare che il mare sia un fatto sociale, o al limite sportivo, e ragionare in tal senso. Ma il tentativo di cosa ipoteticamente naturale con i palazzi di cento piani accanto, e un tappeto di inglesi rotolati giù dalla rambla – qualcuno anche con addosso un costume – resta una forzatura.

Se poi uno vuole stare da solo a prendere il sole o leggere libri all’aperto contento lui, può andare da qualche parte con il treno (quelli funzionano eccome) e si cerchi uno dei numerosi posti del genere.

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