Scalabrine

In un filone di visione di video della NBA mi sono imbattuto tempo fa in Brian Scalabrine. Chi è? È quello adottato dalla folla come simpatico, quello in cui ci si identifica non dal lato del vorrei ma non posso, ma da quello della possibilità quasi plausibile per tutti di essere lì. Nell’aspetto, è anche perfetto: capelli rossi, sguardo pacioccoso, nome impronunciabile (per loro), fisico un po’ imponente da gigante buono.

Chiaro che il giochetto non riesce alla perfezione, perché giocava nella NBA, quindi un certo grado di affidabilità lo doveva avere. Non era davvero uno che passava per caso da quelle parti, e quando entrava, raramente, qualcosa di buono combinava pure. Però c’erano ancora due elementi che mantenevano intatta la magia di vederlo entrare: era lui, nel senso che ormai era stato scelto per quella parte, e il fatto che ci credesse.

Ci credeva, ed era giusto che fosse così. Senza facili ammiccamenti al pubblico, senza giocare a fare quella parte lì. Ora si è ritirato e fa il commentatore delle partite dei Boston Celtics. Se mai mi dovessi (tornare a) comprare una maglia dell’NBA, mi comprerei quella di Scalabrine.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *