La vita a Serris

[singlepic id=184 w=240 h=180 float=left]Cosa fare a Serris? Niente, in realtà, essendoci praticamente solo casette e prati, e rallentatori di velocità.

C’è un tentativo di piazzetta e una parte leggermente più vecchia, ma francamente non mi sentirei di distinguere tra una Serris vecchia e una Serris nuova. Ha poi un centro culturale, un campo da calcio, un cimitero pieno a metà, una scuola, ma soprattutto casette.

È uno di quei posti in cui quando incroci qualcuno per strada ti saluta. Solo che tu non sei preparato e allora bofonchi qualcosa.

Certo, a soli 40 minuti a piedi c’è un certo parco. Credo che tutti gli abitanti di Serris siano abbonati a Disneyland, ma credo anche che tutti gli abitanti di Serris siano direttamente o indirettamente legati lavorativamente lì. Altrimenti non si spiega questa evoluzione demografica, vagamente esplosa dopo il 1992.

Non ho mai capito perché, se prima era davvero tutta campagna, le nostre casette siano così lontane. C’è anche un’altra residenza più vicina comunque, ma non di molto. Probabilmente si è optato per appoggiarle a cittadine già esistenti.

In realtà in zona c’è anche Val d’Europe, che è un’altra zona abitata con mega-centro commerciale incorporato. O viceversa. Ieri ero incastrato tra la fine del lavoro e la non validità dell’abbonamento a Disneyland. Pioveva anche, e a un certo punto sono andato a Val d’Europe.

[singlepic id=194 w=240 h=180 float=right]Per arrivare si deve passare un lago, carino anche per andare a correre. Dentro al parcheggio del centro commerciale ho aiutato dei tizi che avevano finito la benzina a spingere l’auto. Ecco, le cose che mi mancano del francese sono la padronanza in quei momenti di dire “va bene questo? Più avanti ce n’è uno meno caro”.

Come fanno la spesa i francesi, dando per buono che quelli che abitano a Val d’Europe siano francesi. La storia delle baguette è un falso mito, ma sicuramente non c’è l’ipocrisia di dover prendere i guanti per la frutta e la verdura.

Gli yogurt costano meno, e i formaggi sono divisi addirittura per tipo di formaggio, a livello proprio di cartelli. Poi alle casse sono fissati di mettere sempre il cosino di plastica che separa il mucchietto di un cliente dall’altro, anche se ci sono 9 metri di distanza. Introvabile, il doccia-shampoo in un unico prodotto.

Si è poi rivisto Coinquilino, che negli ultimi giorni era in vacanza. Non parliamo molto, anche perché per come è fatta la stanza nel poco tempo insieme io gli sto di spalle su un tavolo al computer, e lui sul letto. Comunque almeno è un po’ appassionato di parchi, se gli chiedi quando apre Ratatuille non risponde “eh?” ma ti spiega che ci sarà una riunione il giorno tale per sbloccare il finanziamento e bla bla bla.

Poi gli ho chiesto perché non mi hanno fatto mai gonfiare i palloncini, che nell’immaginario collettivo dovrebbe essere la cosa più facile e umile da far fare al nuovo arrivato. Ma mi ha detto che gonfiare i palloncini è difficile. Mi ha anche spiegato che la loro formazione è stata più ampia e articolata rispetto alla nostra per contratti brevissimi, gliel’ho chiesto perché confrontandola con quella dell’amica appassionata di parchi mi era sembrata più scarna.

È un po’ strano Coinquilino, non capisco come se sta qui da tre anni non abbia una camera con il balcone. Poi ha magari dei Kinder Bueno, ma un giorno sono 3, poi diventano 2, e restano 2 per due giorni. Resiste e non li mangia tutti e subito, credo sia una qualche forma di disturbo alimentare. Io quando torno dalla spesa ho la metà dei biscotti.

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