Le colpe dei padri

Riflettevo che quattro dei cinque sport più spettacolari del mondo hanno un corrispettivo-genitore noiosissimo. Tranne il basket, salvo considerare il basket del passato, o quello attuale delle serie minori, come un altro sport rispetto alla NBA (e lo è probabilmente). Comunque, per gli altri:

Beach volley — Pallavolo
Calcio a 5 —  Calcio
BMX — Ciclismo
Snowboard (slalom parallelo) — Sci

Commenti

  1. Leggere questi post mi mette i brividi:
    – il calcio a 5 è il calcio ridotto ai minimi termini, tutto scattini e dribbling autoreferenziali; ed è uno degli sport meno poetici esistenti;
    – il beach volley è clamorosamente privo di variante tattica e strategica, per risolversi in una tenzone muscolare e di pallette;
    – il ciclismo cos’è? la pista, la strada, la mtb? Tutto si può dire della pista, ma non che sia noiosa! E quanto alla strada, dipende: attendere lo scatto di Pantani non era affatto noioso. E comunque non è peggio della maratona;
    – lo snowboard è noioso quanto lo sci; solo che hanno inventato il parallelo, che ora cercano di rilanciare anche nel fratello maggiore; semmai è divertente qualla specialità ibrida in cui si va in snowboard su un percorso accidentato.

    E il rapporto tra ping-pong e tennis?

    1. Definisci “variante tattica”. Vogliamo dire che gli schemi possibili aumentano all’aumentare dei giocatori? Potrebbe darsi, ma con questo criterio squalifichiamo da questo punto di vista tantissimi sport, e di certo non è il beach volley tra quelli che ne hanno di meno. Di certo fa parte di quelli con una palla e una rete, che di principio hanno più o meno schemi. Potremmo dire, da questo punto di vista, che quelli di “direzione” come corsa, ciclismo, nuoto e via dicendo ne hanno molte meno allora. Ma in ogni caso, lo spettacolo non è detto che sia legato alla presenza di varianti tattiche, anche se è un parametro che aiuta.

      Che significa poi che uno sport è “poetico”? Che ha tutta una retorica e una letteratura dietro? Ma questo dipende dalla sua diffusione, è una conseguenza, non è un parametro intrinseco.

      Lo snowboard da solo sarebbe sì noiosissimo, come tutte quelle cose in cui non c’è un’altra squadra, ma uno da solo che fa cose. Non parliamo poi dei vari ginnastica, tuffi, equitazione e compagnia… danzante, che forse neanche è sport ma solo spettacolo/esibizione (ci sono i voti).

      Il ping pong ha lo stesso problema dell’hockey: non si vede la pallina.

  2. La poesia è nel gesto tecnico, non nella letteratura sottostante.
    In generale, comunque, la poesia è difficilmente definibile: perché le faville del maglio sono prosa poetica e un post di Filippo Facci no? Cose qualifica davvero la tipologia di scrittura? Non saprei dirtelo, ma la differenza si avverte.
    Ad esempio: questo gesto tecnico di Maccarone (non di chissà chi) è poetico (http://www.youtube.com/watch?v=5qBxQBBDGdc).
    Esempio 2: la “fucilata” di Saronni a Goodwood è poesia pura. Ed infatti è rimasta nell’immaginario collettivo.

    Mi pare che dequalifichi il bech volley il fatto che al 90% quello su cui batti attaccherà.

    1. Perché è “poetico” il gol di Maccarone? Al massimo se stava male, è guarito, è tornato in campo zoppicando, al limite quelle cose sono poetiche. Comunque, sul beach volley sì, al 90% attaccherà lui, ma mi pare come dire che chi partirà nelle corsia 4 arriverà anche nella corsia 4 in una gara di nuoto.

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