“sent from a mobile device – please forgive typos”

Mi è arrivata la frase di sopra come firma automatica in un’email. Direi che è abbastanza emblematica. Che tecnologia è quella che non ci fa neanche scrivere bene? Dovrebbe essere la base di tutto, invece si sacrifica per questi dannati touch screen che no, mi rifiuto di pensare che siano il futuro. Sono solo un presente di passaggio. Anche perché nella migliore delle ipotesi si riesce a scrivere al 60% della velocità di una tastiera normale (qwerty s’intende. Provate a scrivere “qwerty” con un touch-screen), con tutti i rapporti tattili inconsci che si creano tra i tasti.

Da notare anche come sia un tipico caso di tecnologia che influenza i contenuti, e i comportamenti. Ne ho anche io uno da poco: viene proprio meno da scrivere, ed è un peccato con tutta quella potenza di base. A dire il vero, viene anche poco da leggere, perché sai che certi link non li aprirai mai (es. da Twitter). La prova della malafede, in senso figurato, sta proprio nell’idea delle applicazioni, versioni ultrasemplificate e iperpassive di siti altrimenti utili e interessanti. Questionone questa in cui bisogna tenere bene a mente la differenza tra Internet e Web. Aggiungo poi che la tecnologia delle batterie non è andata di pari passo con quella dei telefoni, e questo pure è un problema, almeno oggi.

La butto lì: ci ricorderemo dei touch screen (almeno per le tastiere) come di una specie di ubriacatura passeggera data dall’euforia iniziale.

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