E anche tanta gente comune

Da qualsiasi parte guardi la classifica di TIME dei 100 personaggi più influenti dell’anno, non la afferro: tennisti più influenti di presidenti degli Stati Uniti, attori più di industriali, davvero non si capisce, se non in quella personalizzazione di tutto, nel riconoscimento del personaggio in quanto tale, cosa che avviene anche nell’anti-livello di chi crede di star fuori da queste cose (cfr. l’iPhone e tutta l’iconografia su Steve Jobs). C’è nella politica e lo sapevamo bene, ma anche in tutto il resto.

Quando però tutte le personalizzazioni settoriali si mischiano tra loro per il calderone-classificone finale, significa che non è più una convenzione apparentemente necessaria per quell’esigenza di dare un volto ad alcune cose, in quell’ambito, ma vive legittimamente di vita propria.

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