Ogni tanto va detto

Sasaki:


Ho un vago rapporto con le persone, ma la gente non merita rispetto. Con la gente non puoi parlare, non puoi ragionare. L’esatto opposto di quanto ritiene valido e corretto la politica italiana, che divide il suo “mercato” in cluster e, dopo aver scremato opportunamente, decide quale registro adottare quando. Di solito il “quando” è la sera ospiti di Porta a Porta e il registro è quello del signora-mia. Il che significa che te ne freghi degli altri. Magari fai bene, poiché sono così pochi che con tre telefonate te la sei sbrigata, ma è anche vero che devi essere cosciente che al popolo signora-mia il termine “stigmatizzare” non serve a nulla. Non solo non lo capisce ma lo evita, gli si interrompono le sinapsi. Sono quelli che senza il più pallido velo di vergogna passeggiano sul marciapiede incrociano uno che fa volantinaggio, non lo guardano, allungano la mano, prendono il volantino, al passo successivo lo accartocciano in una pallina e quello dopo ancora lo fanno cascare per terra a tre metri da dove l’hanno raccolto. Sono gli “Average People”, si posizionano esattamente al centro della gaussiana e come dice Seth Goding “they’re very good at nothing but ignore you”. A costoro hanno deciso di rivolgersi i politici italiani da circa mezzo secolo, dopo una forte virata nell’ultimo ventennio. Tra questi c’è di tutto. Ci sono persone capaci e intellettualmente decenti, ed altre completamente inutili, irrisolte, incapaci, indecenti: dei vuoti a perdere. Se fossi un Pastore protestante troverei modo di far loro lustrare le scarpe del coro Gospel, se fossi un prete Cattolico ne garantirei almeno la salvezza divina, ma siccome sono ateo e scrivo li chiamo con il loro nome: vuoti a perdere, inutili, analfabeti, deviati: manovalanza dell’umanità. È una questione naturale non sociale. Gli uomini non sono tutti uguali. Perché non lo sono le pecore, né gli alberi, l’umanesimo ha fatto anche qualche danno e sarebbe il caso di cominciare a dircelo.

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