Perché guardo (moderatamente) il Grande Fratello

Premesso che vado molto a ondate, e quasi mai è un’attività principale. Premetto anche che non me ne importa niente della storia in sé considerata, che comunque per inciso non credo sia in alcun modo pilotata. Insomma, non mi interessa della parte telenovela (che si è espansa sempre di più), ma di quella esperimento sociale, che anche se un po’ in sordina a mio parere permane.

Bisogna, semplicemente, andarla un po’ a cercare, limando appunto da tutta la sovrastruttura delle lacrime, degli incontri con i familiari, delle teorie sull’amore eccetera. Ci sono tutta una serie di altre occasioni in cui parlano di cose ordinarie, della loro vita passata (e futura) e di questioni interamente pratiche. E questo, a me, interessa, come mi interessa ascoltare di soppiatto un discorso sull’autobus, o al ristorante.

Credo sia una curiosità che nasce dal desiderio di capire come mai avvengano certe cose. Siamo immersi in un ambiente di persone, e le persone è importante capirle. Per sopravvivere? Per curiosità? Non so. Mi interessa ad esempio capire perché esistono i mafiosi, o quelli che parcheggiano di fronte alle rampe per i disabili (che poi è un po’ la stessa cosa). Non che quelli siano mafiosi o altro, ma il Grande Fratello, senza appunto tutta la sovrastruttura, è un osservatorio privilegiato su gente che non mi capiterà mai di avvicinare, lontana da me, ma per questo comunque interessante nell’enciclopedia mentale dei propri simili che ciascuno di noi cerca di fare.

L’altro motivo è strettamente legato all’esperimento. Mi piacciono film come Truman Show, Matrix o il più recente Moon. Come si reagisce di fronte a certe situazioni, più o meno estreme. Certo, qui sono piuttosto edulcorate e viziate dalla consapevolezza di essere ripresi, ma è interessante notare una serie di sottotematiche, come ad esempio gli orari della giornata che si sono spostati in avanti. Giusto qualche giorno fa si chiedevano che ora fosse, e chi era entrato da meno tempo nella casa ci era andato vicino, chi c’era da più tempo credeva fosse molto più tardi. Questo dipende anche dal più generale clima goliardico che si è creato, dato dall’euforia infantile del momento e dalla possibilità di non fare niente (il grande mistero resta come non si annoino).

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